Giorgio IV: Il Re che non doveva essere Re

15.04.2022

In molti al giorno d'oggi vedono Elisabetta II, come il simbolo inequivocabile della Corona Inglese, nella storia contemporanea ai giorni nostri. Certamente il suo lungo regno - 70 anni esatti nel 2022 - hanno permesso alla sua figura e alle sue azioni di rimanere scolpite nella memoria della maggior parte dei cittadini Britannici e non solo.

E' doversoso allo stesso tempo ricordare come la figura della stessa Regina, sia irrimediabilmente collegata a quella di suo padre Giorgio VI. Nessuno potrà mai conoscere l'andamento della Storia se in quel freddo inverno del 1936 il timido ed insicuro Albert, non avesse accettato di portare sulle spalle una responsabilità così gravosa, come quella che il fratello Edoardo, gli lasciava in eredità dopo appena pochi mesi.

Albert Frederick Arthur George, nacque il 14 Dicembre 1895, secondo figlio dell'allora erede al trono Giorgio, fin dalla giovane età era stato educato ad essere un semplice principe della famiglia reale, senza quidi dover essere in futuro, chiamato a gestire il potere di un Impero fra i più grandi della storia.

Invece, le scelte del fratello - sposare una donna divorziata, ed americana - nonstante al giorno d'oggi possano sembrare alquanto normali, per l'epoca furono fonte di uno scandalo così dirompente da mettere in discussione la stessa autorità del sovrano. Per evitare ulteriori contrasti, che avrebbero potuto mettere a repentaglio, una già provata nazione; Edoardo decise, l'11 Dicembre 1936 di abdicare dai suoi doveri di re e lasciare lo scettro e la corona al fratello Albert.

Il giovane principe, si ritrovò catapultato in un mondo per cui non era stato educato. Inoltre la sua fatica a pronuciare scanditamente lunghi discorsi a causa di una innata balbuzia, gettarno ulteriore sconforto sul nuovo Re.

In questo primo complicato periodo, fu fondamentale la figura di Elizabeth Bowes-Lyon, la moglie del sovrano: l'aiutò a mettersi in contatto con un logopedista, rispondente al nome di Lionel Logue, sostenne il marito e lo incoraggiò nei momenti più buoi a continuare il suo servizio verso il popolo e la nazione.

Ulteriore prova della risolutezza che Giorgio riuscì a trovare, venne presentata alla Gra Bretagna, nei cupi momenti della Seconda Guerra Mondiale, quando nonostante i continui raid tedeschi su Londra e le principali città inglese, il re e la regina, non vollero abbandonare la capitale, rimanendo al fianco della stremata popolazione civile per tutta la durata del conflitto. A tal proposito, rimasero scolpite nella storia le parole che la regina consorte pronunciò, in risposta a chi gli chiedeva di abbandonare assieme alla famiglia Londra alla volta di un luogo maggiormente sicuro: "Le principesse non andranno senza di me, io non lascerò mio marito, e il re non se ne andrà mai".

La costante presenza dei Sovrani, nei devastanti sei anni di guerra al fianco dei comuni civili, infusero una diffusa stima nei confronti del Re, la sua morte, sopraggiunta il 6 Febbrario del 1952, portò grande sconforto alla nazione, la quale gli tributò tutti gli onori.del caso.

Sua figlia Elisabetta II memore delle gesta e della fedeltà del padre a quella corona così carica di responsabilità, continuerà nel corso dei successivi anni a tramandare il pensiero e il ricordo di quel Re che non doveva neppure essere Re, ma che infine si dimostrò all'altezza dei più grandi.

Federico Longo - © 2023
Crediti ai Rispettivi Proprietari
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia