Il Lussemburgo e la Grande Guerra

Nonostante sia uno dei paesi meno estesi d'Europa e la sua popolazione ad oggi non superi i 124. 528 abitanti, il Granducato di Lussemburgo ha comunque portato sulle sue spalle un peso non indifferente durante la Grande Guerra.
Il piccolo stato, da tempo guardava con timore ai propri confini orientali, prima lo stato Prussiano e poi quello Tedesco, viste le possibili mire espansionistiche dello stato Prussiano prima e di quello Tedesco poi.
Considerati anche le strette connessioni etniche e linguistiche che potevano spingere l'imponente vicino ad avanzare progetti di annessione del granducato.
In un clima europeo già teso, l'attentato di Sarajevo e la conseguente dichiarazione di guerra inoltrata dall'Impero Austro-Ungarico alla Serbia, fecero scattare la scintilla del conflitto su tutto il continete.
Il 1º agosto 1914 la Germania dichiarò guerra alla Russia e diede avvio alla mobilitazione generale delle sue forze armate, iniziando ad ammassare truppe sulle frontiere occidentali in vista dell'attuazione del piano Schlieffen; nei piani tedeschi, il Lussemburgo e la sua rete ferroviaria dovevano fungere da punto di transito della 4ª Armata verso il territorio francese.

Nonostante le vistose protesete perpetuate dal primo ministro Paul Eyschen, le truppe di Berlino continuarono imperterrite,considerate le esigue forze di difesa, la propria avanzata in territorio lussemburghese arrivando ad occuparne l'intero territorio in data 2 Agosto 1914. Iniziava l'occupazione.
Nonostante l'importante presenza militare, la Germania concesse margini di manovra al governo di Eyschen, con il principale scopo di scongiurare un insurrezione armata.
Ben presto tuttavia emersero vari motivi di attrito con gli occupanti: il 13 ottobre 1914, il giornalista lussemburghese Karl Dardar fu arrestato dai tedeschi per aver scritto un articolo contro la Germania, portato a Coblenza e condannato da una corte marziale tedesca a tre mesi di prigione; Eyschen avanzò subito forti proteste con l'ambasciatore tedesco ed espresse la sua indignazione per il "rapimento" di un cittadino lussemburghese e il suo processo da parte di una corte extraterritoriale.
Questo clima di insofferenza si aggravò ulteriormente negli anni successivi, vista anche l'instabilità politica dello stesso principato a seguito alla morte del suo carismatico Primo Ministro, arrivando alla sindacalizzazione nelle industrie metallurgiche e siderurgiche della nazione, con varie associazioni sindacali che presero a formarsi nelle città di Lussemburgo ed Esch-sur-Alzette.
Il generale von Tessmar rispose duramente ai fatti, schierando l'esercito e disperdendo le proteste in appena nove giorni.

Gli ultimi mesi del 1918 videro un rapido tracollo delle fortune tedesche sul fronte occidentale: dopo il fallimento della cosiddetta "offensiva di primavera" lanciata dalla Germania a partire dal marzo del 1918, in agosto gli Alleati passarono al contrattacco dando avvio all'"offensiva dei cento giorni", facendo crollare le difese dei tedeschi e respingendoli progressivamente verso le vecchie frontiere; il 6 novembre 1918 von Tessmar annunciò formalmente l'inizio del ripiegamento delle forze tedesche dal suolo del Lussemburgo, e cinque giorni dopo la Germania siglò l'armistizio di Compiègne con gli Alleati, ponendo fine ai combattimenti.
Ciò lasciava il piccolo stato in un clima di instabilità politica - nel segno della Rivoluzione d'Ottobre - e di profonda rescissione economica, rimarcando come il Primo Conflitto Mondiale toccò ogni punto della carta geografica d'Europa.