La Storia di Engelbert Dollfuss e la fine della prima Repubblica Austriaca

10.04.2023

La figura del cancelliere austriaco è una delle più complesse nel panorama storico appena precedente la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1934 proibì in Austria i partiti politici e accentrò i poteri sulla sua figura ma rifiutò sempre l'Anschluss. Questo gli costò la vita. 

"I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza."

Con queste parole, si concludeva il 4 novembre 1918, il bollettino della Vittoria Italiana nella Grande Guerra.

L'Impero Austro-Ungarico cessava di esistere e la sua solidità politica, lasciava spazio nei suoi territori al buio e all'incertezza dei nuovi governanti.

In particolar modo in Austria, la situazione rimase complessa ma relativamente tranquilla, i principali partiti come quelli Social Democratico (Sozialdemokratische Arbeiterpartei Österreichs) e Cristiano-Sociale (Christlichsoziale Partei) si contendevano a turno la maggioranza del Parlamento e la Cancelleria di governo.

Nelle file del Christlichsoziale Partei un giovane, Dolfuss iniziò a muovere i primi passi in Politica, diventando grazie al suo carisma una figura spesso considerata per incarichi ufficiali di importanza più o meno elevata.

Nel 1930, grazie anche alla sua opposizione intransigente alla corrente social-democratica, venne insignito della presidenza delle Ferrovie Austriache; carica che ricoprì sino alla sua nomina poco più tardi di un anno a Ministro dell'Agricoltura per il governo Cristiano-Sociale.

Tuttò prese una svolta completamente nuova, quando in maniera inaspettata e fortemente criticata, Engelbert Dollfuss venne chiamato dal presidente Wilhelm Miklas a formare un nuovo esecutivo.

L'improvvisa nomina di Dollfuss, pose qualche domanda all'opinione pubblica e in particolar modo ai militanti social-democratici, soprattutto in base alla limitata e circoscritta esperienza politica posseduta dal neo-cancelliere.

La sua idea politica, nel frattempo era mutata, da fervente cattolico, vedeva con diffidenza sia l'ascesa del Comunismo (Socialisti Rossi) che la salita al potere nella vicina Germania del Nazismo (Socialisti Bruni).

A distanza di dodici mesi, dalla nascita del suo gabinetto, fondò il Vaterlandfront, un partito che riuniva sotto un'unica bandiera i numerosi partiti politici austriaci della destra e che si ispirava al partito fascista italiano.

Proprio con l'Italia e il fascismo Mussoliniano, Dollfuss instaurò una proficua e cordiale collaborazione, maggiormente in chiave anti Tedesca e anti Hitler.

Il neo cancelliere tedesco infatti, vedeva la nazione Austriaca come il primo natuarale passo verso la creazione dell'Ideale della Großdeutsches.

Preoccupato dalla costante ascesca nei consensi del Partito Nazista Austriaco, decise con una mossa azzardata di mettere fuori legge il Partito e i suoi militanti. Inamicandoseli per sempre.

Il 25 luglio 1934, dei militanti nazisti, appositamente vestiti come soldati dell'esercito federale, occuparono senza difficoltà il Palazzo della Cancelleria, uccisero Dolfuss (lasciandolo spirare senza aiuto medico o conforto religioso su un divano in una delle sale) ed annunciarono attraverso la radio occupata le dimissioni immediate del Cancelliere.

Il colpo di Stato (putsch di Luglio) non ebbe però seguito e venne dichiarato fallito.

La pronta e decisa risposta dell'Italia, imposero ad Hitler una pubblica dichiarazione di estraneità, abbandonando così al loro destino i congiurati e il loro seguito.

La politica di Dollfuss fu portata avanti ancora dal suo collaboratore e successore Kurt von Schuschnigg fino all'annessione (Anschluss) dell'Austria al Terzo Reich.

Tale annessione fu resa in gran parte possibile dall'acquiescenza di Mussolini, legatosi nel frattempo ad Hitler ed alla sua politica a causa degli eventi seguiti alla Guerra d'Etiopia, e dall'inazione delle altre potenze europee come Gran Bretagna e Francia.

FL.

Federico Longo - © 2023
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